Vittorio Amadio, nato nel 1934, inizia a realizzare le sue prime opere nel 1953, quando, trovandosi in Venezuela, per motivi di lavoro, realizza opere platische in ferro e acciaio. A metà degli anni ’60 torna in Italia, dove si dedica a tempo pieno alla scultura in pietra e legno e alla pittura. Dal 1975 allestisce mostre personali a Pescara, Norimberga, Rhotemburg. Nel corso di un nuovo viaggio in Venezuela, espone le sue opere a Caracas e a Valencia. L’artista outsider crea un proprio mondo con i mezzi che ha a disposizione; un mondo visionario che scaturisce dalla psiche e che coincide con il vissuto, spesso è indifferente alla storia e alle finalità estetiche delle Belle Arti tradizionali. Sono le circostanze della genesi delle opere e il processo di ricezione sociale a fare la differenza con ‘l’arte degli storici dell’arte’.
L’arte nel corso dei secoli fino alle attuali esperienze e sperimentazioni dell’espressione e produzione contemporanea, ha subito e subisce, in modo esponenziale, infinite aggettivazioni e definizioni. Una ricerca in progress per ancorare il prodotto creativo a processi di identità personali dell’artista o per sentirsi consapevole interprete della cultura del tempo o delle ideologie che la determinano. Questo scenario interpretativo vale, soprattutto, per gli artisti dinamici ed irrequieti come Vittorio Amadio, che fin dalle sue prime opere ha coniugato la sua versatilità tecnico-stilistica con la vivacità del suo temperamento per raggiungere, attraverso la scelta dell’informale, la definizione dell’arte come traccia del nostro esistere, del suo esistere, delle sue intuizioni ed evocazioni. Il mondo viene reso “materico”, quasi tangibile, un trasporto dell’intimo nell’universalità del mistero, di ciò che non è decifrabile, comprensibile. L’artista Vittorio Amadio nella sua vastissima produzione creativa, tuttora inarrestabile, non solo come pittore, ma come incisore, scultore e ceramista, trasforma la pittura , in particolare, come una modalità di conoscenza del reale in senso dinamico e fenomenico, dove l’immediatezza espressiva esplode nella viva combinazione di segni, gesti e materia cromatica. L’informale di Vittorio Amadio, non è un’opportunità di tendenza, ma può essere valutato come scelta dell’ideale espressivo per meglio caratterizzare, sul piano filosofico, gli espliciti riferimenti all’esistenzialismo e, nello stesso tempo, comunicare una certa dialettica tra una vena intima di natura “romantica” ed una più intemperante, quasi individualistica – anticonformista, della sua personalità. Questa inquietudine è la vera fonte d’ispirazione spontanea.“L’arte è un volo. Spesso dell’anima. E’ tutto e niente”. Così Vittorio Amadio spiega la sua arte, in una recente intervista. E così continua : “In tutti i miei quadri,grande o piccolo, io lavoro con velocità fulminea convinto che la mia mano è più veloce della mia mente”.